Lecce sempre più sconfitta. Il primo colpo è arrivato nella corsa a capitale europea della cultura 2019. Come si sa, ha vinto, anzi, stravinto, la vicina Matera, meritatamente. Tuttavia, il capoluogo salentino è stato “risarcito” con la nomina a capitale italiana della cultura per il 2015. Un riconoscimento che, però, sa di beffa alla luce di quanto sta accadendo proprio in questo avvio di anno con il blocco in Provincia delle competenze (e delle risorse) alla voce cultura. Materia che, con i finanziamenti all’Orchestra Ico Tito Schipa e alla Stagione lirica di tradizione, l’ente di Palazzo dei Celestini ormai sosteneva da anni con un impegno di spesa importante. Venendo a mancare queste risorse, le due istituzioni sono improvvisamente piombate nella crisi più profonda.
S'impone la vicenda dell’Orchestra Tito Schipa, che rischia lo smantellamento. Anzi, la demolizione sembra già in atto, visti anche i timidi tentativi di salvataggio (ma davvero può aiutare una colletta?). E le responsabilità vanno ricercate anche oltre quelle degli enti pubblici coinvolti e di una politica locale incapace di ottenere risposte concrete. Venerdì 27 febbraio il Barbiere di Siviglia di Rossini inaugura al Politeama Greco di Lecce la 46esima Stagione lirica della Provincia. Ma in buca non ci sarà l’Orchestra Tito Schipa, che da anni prestava la propria opera alle varie produzioni, bensì il suo fantasma. Ovvero, la neonata Orchestra Sinfonica di Lecce, formata dagli stessi musicisti della Ico, contrattualizzati, però, a chiamata per singola produzione. Non tutti hanno accettato, ma la stragrande maggioranza sì. La pagnotta bisogna portarla a casa. In sostanza, continuando a mantenere soltanto il Fus, la Stagione lirica al Politeama Greco - attraverso il quale la Provincia detiene lo status di teatro di tradizione - ha dovuto tagliare un po’ su tutto, a partire dalla “buca”, dove non era più pensabile spendere per un’orchestra istituzionale: troppo costosa. Da qui lo stratagemma di creare un nuovo soggetto utilizzando gli stessi musicisti della Ico, con un risparmio notevole. I vari responsabili istituzionali hanno proclamato che la possibilità di presentare anche per il 2015 la Stagione lirica - inevitabilmente modesta - costituisce al contempo un primo atto di salvataggio della Ico. Ma le cose, com’è evidente, non stanno proprio così, visto che per i musicisti sono pronte lettere di licenziamento in previsione di una riassunzione con contratti stagionali destinati a mortificare le professionalità di tutti, come del resto è già accaduto con le chiamate per il Barbiere. Una sorta di prova generale di quello che sarà. Alla faccia della lotta alla precarizzazione sbandierata dal Governo.
S'impone la vicenda dell’Orchestra Tito Schipa, che rischia lo smantellamento. Anzi, la demolizione sembra già in atto, visti anche i timidi tentativi di salvataggio (ma davvero può aiutare una colletta?). E le responsabilità vanno ricercate anche oltre quelle degli enti pubblici coinvolti e di una politica locale incapace di ottenere risposte concrete. Venerdì 27 febbraio il Barbiere di Siviglia di Rossini inaugura al Politeama Greco di Lecce la 46esima Stagione lirica della Provincia. Ma in buca non ci sarà l’Orchestra Tito Schipa, che da anni prestava la propria opera alle varie produzioni, bensì il suo fantasma. Ovvero, la neonata Orchestra Sinfonica di Lecce, formata dagli stessi musicisti della Ico, contrattualizzati, però, a chiamata per singola produzione. Non tutti hanno accettato, ma la stragrande maggioranza sì. La pagnotta bisogna portarla a casa. In sostanza, continuando a mantenere soltanto il Fus, la Stagione lirica al Politeama Greco - attraverso il quale la Provincia detiene lo status di teatro di tradizione - ha dovuto tagliare un po’ su tutto, a partire dalla “buca”, dove non era più pensabile spendere per un’orchestra istituzionale: troppo costosa. Da qui lo stratagemma di creare un nuovo soggetto utilizzando gli stessi musicisti della Ico, con un risparmio notevole. I vari responsabili istituzionali hanno proclamato che la possibilità di presentare anche per il 2015 la Stagione lirica - inevitabilmente modesta - costituisce al contempo un primo atto di salvataggio della Ico. Ma le cose, com’è evidente, non stanno proprio così, visto che per i musicisti sono pronte lettere di licenziamento in previsione di una riassunzione con contratti stagionali destinati a mortificare le professionalità di tutti, come del resto è già accaduto con le chiamate per il Barbiere. Una sorta di prova generale di quello che sarà. Alla faccia della lotta alla precarizzazione sbandierata dal Governo.
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